A CASA DI BACH - Sylvius Leopold Weiss a Lipsia
- Musiche:
- Johann Sebastian Bach e Sylvius Leopold Weiss
29 maggio 2024, ore 20:00
SALETTA-AUDITORIUM "NINO ROTA"
A CASA DI BACH
Sylvius Leopold Weiss a Lipsia
DIEGO CANTALUPI liuto
DAVIDE POZZI clavicembalo
Musiche di Johann Sebastian Bach e Sylvius Leopold Weiss
AREA DIPARTIMENTALE DI MUSICA ANTICA
Coordinamento del progetto a cura di Diego Cantalupi e Davide Pozzi
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Attorno agli anni 30 del Settecento, la Cappella Musicale della corte di Dresda, capitale della Sassonia, rappresentava un organismo di produzione musicale efficientissimo e sicuramente un unicum per il panorama musicale europeo: crocevia di musicisti tedeschi, boemi, italiani e francesi, aveva a disposizione un’orchestra imponente, pronta a sperimentare nuova musica soprattutto grazie alla presenza di virtuosi di ogni strumento.
Johann Sebastian Bach, Thomaskantor responsabile dell’organizzazione musicale per le maggiori chiese della città di Lipsia, non riuscì mai ad ottenere una posizione come Kapellmeister a Dresda: inutile si rivelò addirittura la dedica ad Augusto III, Elettore di Sassonia, del Kyrie e del Gloria che avrebbero fatto parte della celebre Messa in si minore. I rapporti di Johann Sebastian Bach con la città furono limitati ad alcune visite per conoscere e intessere rapporti con strumentisti e compositori, e per comprendere quali fossero le potenzialità di un’orchestra di oltre 40 elementi; durante ognuno di questi soggiorni la stampa documentò e diede un’enorme risonanza alla presenza del compositore e ai suoi concerti d’organo nelle chiese cittadine.
L’orchestra di Dresda aveva a disposizione, sin dagli ultimi anni del XVII secolo, ingenti quantità di denaro da utilizzare per stipendiare i musicisti e tutto il personale che potesse garantire l’allestimento di opere e concerti. Le prime parti dell’orchestra potevano contare su un salario annuale medio di 400 talleri con la sola eccezione di Johann Georg Pisendel, primo violino e Konzertmeister e del liutista Sylvius Leopold Weiss: lo stipendio di quest’ultimo raggiunse nel 1744 i 1400 talleri, a testimonianza della grandezza della sua figura di virtuoso e di compositore.
Nato a Grottkau, vicino a Wrocław nella Bassa Slesia (oggi Polonia), Sylvius Leopold Weiss (1687-1750) rappresenta per il liuto ciò che Johann Sebastian Bach rappresenta per il cembalo e per l’organo. Dal 1706, nella sua stessa città natale, lavorò al servizio del Conte Carlo Filippo del Palatinato, fratello del principe elettore Giovanni Guglielmo del Palatinato, mecenate delle arti e già dedicatario dei Concerti Grossi op. VI di Arcangelo Corelli.
Tra il 1710 e il 1714 il giovane liutista Weiss lavorò al servizio del principe polacco Alexander Sobieski, risiedendo a Roma, presso Palazzo Zuccari: in questo ambiente venne sicuramente a contatto, tra gli altri, con Alessandro e Domenico Scarlatti e Bernardo Pasquini.
Dal 1718 si stabilì definitivamente a Dresda, rifiutando addirittura uno stipendio quasi doppio di quello che già riceveva, offerto dalla Corte di Vienna, e dedicandosi alla composizione di oltre 600 brani per liuto solo o per liuto con altri strumenti.
A Dresda partecipò attivamente alla vita musicale di corte e intrattenne rapporti con numerosi musicisti; tra questi, in particolare, fu amico di Wilhelm Friedemann Bach, figlio di Johann Sebastian e organista a Dresda presso la chiesa di Santa Sofia.
Nel 1739 i due amici viaggiarono nella vicina Lipsia, soggiornando a casa di Johann Sebastian per quattro settimane. Il segretario personale (e nipote) di Johann Sebastian, Johann Elias Bach, scrisse nel suo diario una breve nota di quell’incontro, datato 11 agosto: «oggi è successa una cosa molto bella per la musica: è venuto a trovarmi mio cugino [Wilhelm Friedemann Bach] e si è fermato 4 settimane, assieme a due liutisti, il signor Weiss e il signor Kropfgans [suo allievo], che ci hanno allietato con numerosi concerti».
Potrebbe essere stato proprio quest’incontro l’occasione in cui Johann Sebastian ascoltò Weiss suonare sul liuto la Sonata n. 47: lo stesso brano compare infatti nel catalogo bachiano in una versione cembalistica, con l’aggiunta di una parte obbligata di violino ed il numero di catalogo BWV 1025.
All’interno del corpus di composizioni di Sylvius Leopold Weiss, un ruolo di una certa importanza svolgono i brani da camera, in cui il liuto riveste la funzione di strumento obbligato: sonate per liuto e violino, trii per liuto e fflauto o violino con violoncello, brani per due liuti fino a concerti per liuto e orchestra. Sfortunatamente la quasi totalità di queste opere (70 elencate, 17 sopravvissute) è andata persa e, tranne per 2 di queste, complete di tutti strumenti, a noi è giunta solo la parte di liuto obbligato. In particolare, a Dresda rimane, tra i molti volumi manoscritti, quello del secondo liuto dei brani per due liuti; a matita, in una pagina, si legge: “La parte di primo liuto è stata arrangiata per cembalo, e sta da qualche parte”.
Uno degli altri duo dello stesso volume, sempre mutilo di una parte, compare invece nella British Library di Londra, in una versione per liuto, flauto e violoncello.
La possibilità di arrangiare per organici diversi questo repertorio, se non di aggiungere nuovi strumenti a brani di per sé autonomi, sembra una caratteristica tipica di molti autori dell’epoca barocca, come Bach o Weiss.
Non sappiamo per chi Weiss abbia trascritto per cembalo la parte di ‘liuto primo’, ma ci piace ipotizzare che questo sia avvenuto proprio durante l’incontro con Johann Sebastian Bach, per poter suonare insieme; così come ci sembra lecito pensare che Weiss abbia fatto ascoltare una sua suite per liuto a Bach, e questi abbia composto (o improvvisato) una parte per violino, e poi abbia trascritto definitivamente la sonata per violino e cembalo.
Questo programma vuole essere testimonianza proprio di quella prassi e in qualche modo cerca di ricreare l’atmosfera musicale dell’incontro tra i due grandi musicisti, come riportato da Johann Friedrich Reichardt nel Berlinische Musikalische Zeitung: «sapendo della difficoltà del liuto nell’eseguire modulazioni e frasi eleganti, testimoni oculari assicurano che il grande liutista di Dresda, Weiss, assieme al grande organista e cembalista Bach, hanno improvvisato insieme numerose fughe e fantasie».