13/12/2021
ore 17.00
Antonio Emmanuelovich Spadavecchia: un ponte tra la Russia e Bari
Auditorium "Nino Rota" - Saletta
Seminario - Concerto
Antonio Spadavecchia fu un protagonista di primo piano della ricca scena musicale sovietica.
Nato a Odessa, regnante lo Zar Nicola II, morto a Mosca nel 1988 a pochi mesi dalla caduta della Cortina di ferro, il compositore attraversò per intero questa epoca di terribili contraddizioni, condivise le formidabili energie che in essa si liberarono, le grandi speranze , gli amarissimi disincanti, le immani tragedie.
Di tutto ciò egli fu interprete organico senza mai scadere nello stereotipo dell'Homo Sovieticus, non si piegò a un conformismo sterile, in questo seguendo l'esempio dei suoi maestri e sodali, primo fra tutti Prokofiev.
Eppure in questo musicista russo, così radicato nella storia e nella cultura del suo paese, affiora, come un destino inevitabile, l'elemento identitario delle proprie radici. Verso la fine della sua vita, in condizioni storiche più favorevoli, egli cercò un contatto che favorisse la conoscenza della sua opera proprio nella città da cui erano partiti i nonni, Bari.
Quel tentativo non andò a buon fine ma non fu vano.
Oggi noi, rispondendo all'appello di Alfredo Giovine, suo interlocutore di allora, riprendiamo il filo di quel dialogo e iniziamo a colmare una lacuna, a riparare un torto della Storia che la qualità della musica di Spadavecchia non giustifica.
Giuseppe Gravino
Di tutto ciò egli fu interprete organico senza mai scadere nello stereotipo dell'Homo Sovieticus, non si piegò a un conformismo sterile, in questo seguendo l'esempio dei suoi maestri e sodali, primo fra tutti Prokofiev.
Eppure in questo musicista russo, così radicato nella storia e nella cultura del suo paese, affiora, come un destino inevitabile, l'elemento identitario delle proprie radici. Verso la fine della sua vita, in condizioni storiche più favorevoli, egli cercò un contatto che favorisse la conoscenza della sua opera proprio nella città da cui erano partiti i nonni, Bari.
Quel tentativo non andò a buon fine ma non fu vano.
Oggi noi, rispondendo all'appello di Alfredo Giovine, suo interlocutore di allora, riprendiamo il filo di quel dialogo e iniziamo a colmare una lacuna, a riparare un torto della Storia che la qualità della musica di Spadavecchia non giustifica.
Giuseppe Gravino
MARCO CARATOZZOLO (Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”)
“Dalla Crimea a Ivanovo: appunti sul percorso trionfale di Antonio Spadavecchia”
NICOLA SCARDICCHIO (già Conservatorio di Musica “Niccolò Piccinni”, Bari)
“Antonio Spadavecchia tra verismo e modernità”
ANGELINA ZHIVOVA (Fondazione Ugo e Olga Levi, Venezia)
“La musica per film di Antonio Spadavecchia”
ANTONIO EMMANUELOVICH SPADAVECCHIA
(Odessa, 3 giugno 1907 - Mosca, 7 febbraio 1988)
Brani da Il tafano, Il buon soldato Sc’vèik, Cenerentola
Irina Gorbatenko (soprano)
Anastasia Abryutina (mezzosoprano)
Luigi De Lorenzo (tenore)
Nicola Montrone, Sara Moro, Monica Rochira (pianoforte)
PRODUZIONE ARTISTICA E DI RICERCA DEL CONSERVATORIO “PICCINNI”
Coordinatore GIUSEPPE GRAVINO